venerdì 25 gennaio 2013

Per fare il cemento si potranno di nuovo usare rifiuti


Si torna alla quantità di 122mila tonnellate Venturi: «Scelta coerente» Critici gli ambientalisti

Negli stabilimenti della Cementirossi, a Fumane, si torna a produrre cemento inserendo 122mila tonnellate di rifiuti, tra cui 80mila tonnellate di ceneri pesanti provenienti dagli inceneritori. Per il resto si tratta di scaglie di laminazione e gessi chimici da desolforazione.
La cifra che è stata autorizzata è potenziale e annuale, calcolata sulla base di una produzione, sempre potenziale, di 500mila tonnellate, al momento ben al di sopra di quella reale, a causa della crisi dell´edilizia e, conseguentemente, dell´industria cementiera, che a livello nazionale sta cercando nuove soluzioni d´impiego nello smaltimento e riutilizzo degli scarti.
Da oltre un anno negli impianti di Fumane, a seguito della sentenza del Tribunale amministrativo regionale del 2011 che aveva detto no sia all´uso dei rifiuti da mescolare all´impasto sia al progetto di ammodernamento e ampliamento dello stabilimento, la quantità di rifiuti autorizzati dalla Provincia era scesa a 34mila tonnellate (12mila di ceneri pesanti, il resto sempre scaglie e gessi chimici).
Dal 2013 le percentuali risalgono per effetto di una sentenza del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso di Cementirossi in merito all´utilizzo dei rifiuti, dando così il via libera per ritornare alle 122mila tonnellate che erano già autorizzate prima del ricorso al Tar.
Alla luce del nuovo atto giuridico, la Provincia ha riaperto le procedure tecniche riguardanti la «Via», la valutazione di impatto ambientale, e il 10 gennaio la Giunta ha dato parere di compatibilità.
«Abbiamo ristabilito quello che era in vigore prima, nulla di più», spiega il vice presidente e assessore provinciale all´ambiente Fabio Venturi. «Siamo convinti di aver preso una decisione coerente e corretta».
Secondo l´associazione «Valpolicella 2000» e il comitato «Fumane Futura», invece, firmatari anche della moratoria dell´edilizia in Valpolicella inviata alla Regione, si tratta di «un passo indietro e un segnale grave». Il presidente di «Valpolicella 2000», Daniele Todesco: «Ancora una volta la Provincia non ha tenuto conto del contesto in cui si trova Cementirossi. Se il passaggio era obbligato per gli uffici tecnici, perché la politica non ha dimostrato che non era né necessario né obbligatorio?».
Insieme a Mimmo Conchi, presidente di «Fumane Futura», per il quale attualmente «fare cemento significa smaltire rifiuti», Todesco è convinto che «rifiuto chiami rifiuto» e che si stia spianando la strada a un´economia di questo tipo in Valpolicella. «Ma cosa c´entra con il vino o il turismo?», continua Todesco. «Siamo a un bivio, dobbiamo fare una scelta. Alla politica, però, manca sempre il coraggio».
Secondo Venturi la vocazione della Valpolicella non è in discussione. «Non si andrà oltre queste percentuali di rifiuti», dice il vicepresidente della Provincia, «sono già al massimo in un momento in cui è diminuita la richiesta di cemento».
Quindi passa alla proposta di costituire un tavolo con Cementirossi, Comune, Provincia e Regione «per valutare quale destinazione dare in futuro al sito, per prepararci al cambiamento se sarà necessario».

Camilla Madinelli

L'Arena - giovedì 24 gennaio 2013

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