venerdì 25 gennaio 2013

«La terra del vino va tutelata»


VALPOLICELLA. Illustrato l´appello alla Regione di ambientalisti ed esponenti della cultura per la difesa del territorio
Amadio: «Il limite dello sviluppo è stato raggiunto e superato» Centrale a biomasse a S. Pietro? «Non c´entra con questa zona»

Fatti, non parole. Un vecchio adagio che sta molto a cuore, ultimamente, al sindaco di Negrar, Giorgio Dal Negro, e ora rispolverato pure dalle associazioni ambientaliste.
Wwf, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Fai, Il Carpino, Salvalpolicella, Valpolicella 2000, Terra Viva, Nour, Musa Antiqua, Ctg e Fumane Futura chiedono fatti al presidente della Regione, Luca Zaia, e al vice Marino Zorzato, e propongono una moratoria, come annunciato nell´edizione di ieri, che freni il consumo di suolo agricolo a fini edilizi e attivi un organismo che sovraintenda, al posto dei Comuni, nelle scelte urbanistiche e paesaggistiche nei territori di Negrar, San Pietro in Cariano, Marano, Fumane, Sant´Ambrogio e Pescantina.
La richiesta appello vuole dire basta al cemento, alle case o ai capannoni per valorizzare viticoltura, paesaggio, biodiversità, ma anche recupero delle costruzioni già esistenti. Vuole arrestare il processo di trasformazione in chiave edilizia degli ultimi decenni, complice la crisi economica e le tante case già costruite ma ancora invendute, in nuovi quartieri residenziali a Negrar come a Sant´Ambrogio.
Vuole favorire una visione d´insieme del territorio e contrastare sul nascere impianti come quello, a San Pietro in Cariano, per la produzione di energia da biomasse coltivate altrove. «Non si tratta di un progetto impattante per il territorio, ma di qualcosa che comunque non c´entra con la vocazione del territorio», precisa il presidente di Terra Viva, Giovanni Beghini, promotore dell´appello insieme al presidente onorario del Wwf Veneto, Averardo Amadio, e al presidente di Salvalpolicella, Pieralvise Serego Alighieri. «Quella della centrale a biomasse è un´iniziativa privata che, una volta approvata, potrebbe aprire la strada ad altre simili, in ogni comune, all´infinito».
Per non parlare della creazione nell´area industriale ex Lonardi di centinaia di nuovi appartamenti oppure della scelta di allargare la discarica di Ca´ Filissine, che cozzano con gli intendimenti generali alla base della moratoria.
Il mondo del vino non sta a guardare. La proposta per la Regione è stata sottoscritta da 25 esponenti della cultura e del mondo universitario italiano (elenco completo sul sito www.larena.it) , tra i quali il direttore generale dell´Oiv (Organizzazione internazionale della vigna e del vino) Federico Castellucci, il presidente di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro e quello del Consorzio tutela vini Valpolicella Christian Marchesini. «Il segnale è molto positivo», afferma Serego Alighieri. Le firme della cultura sono snob? Il conte che discende da Dante ricorda le seimila firme di cittadini a sostegno della proposta del Parco della Valpolicella, «che dopo quasi tre anni ancora giace nei cassetti, in Regione. Non abbiamo mai avuto la pretesta che venisse recepita in toto, ma almeno esaminata e di stimolo per pianificare in modo diverso il territorio».
Con la moratoria le associazioni intendono spianare la strada a una progettazione della Valpolicella che faccia leva su valori quali vino e prodotti agricoli, filari di viti come di cipressi, chiese, ville, marogne. «Questa valle vale per la bellezza», afferma Amadio, «non si può più sacrificarla. Il limite dello sviluppo è stato raggiunto e superato. Risultati alla mano e senza alcuna intenzione di giudizio, gli amministratori hanno dimostrato la loro incapacità o impossibilità di governare il territorio, quindi serve un organismo sovra comunale che pensi alla pianificazione. Zaia e Zorzato hanno detto pubblicamente che non va occupato altro suolo. Noi li prendiamo in parola: cominciamo pure dalla Valpolicella».

Camilla Madinelli

L'Arena - giovedì 24 gennaio 2013

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