mercoledì 19 dicembre 2012

«A Valgatara sono a rischio 60mila metri quadrati di viti»

Todesco: «Chiediamo all´amministrazione di ritirare il nuovo Pat»

Dal nuovo Pat di Marano alla Valpolicella patrimonio dell´umanità. La proposta, tra il serio e il provocatorio, è del Movimento per la decrescita felice di Verona, che qualche sera fa ha partecipato a un incontro organizzato dai comitati locali «Valpolicella 2000» e «Fumane Futura», con i rappresentanti del neonato Movimento 5Stelle maranese, di Legambiente Verona, e di un gruppo di cittadini, tutti preoccupati per la ricaduta che il nuovo piano potrebbe avere sul Comune di domani.
Dopo avere sollevato le perplessità della minoranza in consiglio, «Zardini sindaco per Marano», il Piano di assetto territoriale solleva anche quelle dei comitati, che presenteranno le loro osservazioni entro oggi. Il progetto prevede l´ampliamento dell´area industriale di Rugolin, la creazione di tre zone artigianali-industriali, alle porte di Valgatara, a Prognol e Pezza, oltre alle nuove aree residenziali di Valgatara, Purano, Marano, Pezza e San Rocco, per un incremento demografico che il sindaco Simone Venturini quantifica in 19 abitanti all´anno.
«A Valgatara rischiano di sparire 60 mila metri quadrati di vigneto pregiato», precisa Luca Salvi del Mdf, «per fare posto a una zona industriale su cui potranno sorgere 30 mila metri quadrati di capannoni. Nel Comune poi, ci sono 241 immobili non abitati e un numero imprecisato di case o rustici da recuperare. Che bisogno c´è, dunque, di nuove case, con tutto ciò che questo comporta in strade, servizi, traffico e parcheggi?». Per tutelare il paesaggio, il Mdf intende segnalare la Valpolicella all´Unesco. «Le amministrazioni che fin qui hanno governato hanno salvaguardato un territorio che è un gioiello», spiega Salvi. «Chiediamo a tutte le amministrazioni di aderire alla campagna “Stop al consumo di territorio” e proponiamo che la Valpolicella sia segnalata per essere proclamata “Patrimonio dell´Umanità“». «Valpolicella 2000» è drastica. «La cosa più grave», sostiene il presidente Daniele Todesco, «è che non sia stato previsto il coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni ambientali nella fase di progettazione. È un Pat fatto male, che non dà nessun quadro conoscitivo del territorio. Perfino le cartografie non sono aggiornate: mancano strade, aree monumentali e sorgenti. È stato fatto un maldestro copia-incolla di altri piani. E poi mancano la contestualizzazione e il collegamento con gli altri piani della Valpolicella: non è possibile che nella confinante San Pietro in Cariano esistano immense aree industriali in dismissione (ex Lonardi e Beghini a San Floriano, ndr) e che a Valgatara se ne debbano prevedere altre». L´incremento demografico? «Doveva trattarsi di un Pat conservativo», conclude Todesco, «ma non lo è. Non è vero che gli abitanti aumenteranno di 19 unità all´anno, perché il dato è il risultato dell´erronea suddivisione della cubatura totale per 250, invece dei 150 metri cubi, che corrispondono alla spazio abitativo utile che la Regione prescrive per ogni persona. A tutto ciò va poi aggiunto quello che non è ancora stato edificato, ma previsto dal vecchio piano regolatore, e tutto il non abitato che c´è oggi a Marano. Chiediamo all´amministrazione di ritirare il Pat e avviare un percorso partecipativo. Si eviterebbero i ricorsi che un piano fatto così male inevitabilmente porta con sé». G.R.

L'Arena, martedì 18 dicembre 2012

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