giovedì 22 dicembre 2011

La Regione è tenuta ad accettare il parere


L'Arena - giovedì 22 dicembre 2011

Lo stop al progetto di scavo della collina di Marezzane è stato sicuramente il detonatore che ha fatto esplodere il «caso» del cementificio di Fumane. Uno stop che rischia di avere ripercussioni pesanti anche sull´occupazione, come hanno sottolineato nell´assemblea di ieri i lavoratori della Cementirossi. Le motivazioni di questo «no» sono state sintetizzate così: il progetto è troppo impattante e troppo ampio, ha detto la Soprintendenza ai beni ambientali di Verona nel suo parere che ha bloccato l´espansione della miniera a Marezzane. «Abbiamo dato dieci giorni di tempo alla Cementirossi per inviare delle osservazioni», ha affermato la soprintendente, l´architetto Gianna Gaudini, che spiega l´iter della vicenda, «ma nonostante questo non è stato possibile cambiare il parere, che resta negativo. Noi abbiamo spiegato i motivi ostativi. La ditta può presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale, se lo ritiene opportuno, anche se le osservazioni inviate anticipano le eventuali motivazioni del ricorso. Ha tempo sessanta giorni; può anche ricorrere al Consiglio di Stato in seconda battuta. La Regione, invece, è tenuta ad accettare il parere vincolante della Soprintendenza in base all´articolo 146 del codice, anche se l´anno scorso la commissione regionale di valutazione di impatto ambientale aveva espresso parere favorevole allo scavo di Marezzane».
G.G.

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