martedì 10 maggio 2011

Il Tar del Veneto boccia il revamping (il Mattino di Padova)

E’ un nuovo impianto, e non è ammissibile una cementeria all’interno del Parco Colli
Il Parco condannato a pagare 4.000 euro di spese processuali

MONSELICE. Il Tar del Veneto boccia il revamping. Accolto il ricorso di comitati e residenti: i cementifici non sono compatibili con il piano ambientale del Parco Colli. Colpo di spugna sul mega progetto Italcementi da 160 milioni di euro, Parco condannato a pagare le spese processuali.
La notizia ha iniziato a circolare nella serata di ieri. Le prime indiscrezioni hanno trovato una granitica conferma nel dispositivo della sentenza, emessa ieri dalla terza sezione del Tar. Sentenza che annulla l’autorizzazione paesaggistica rilasciata il 13 dicembre 2010 dal Parco e la delibera di giunta provinciale del 29 dicembre scorso, che sanciva la compatibilità ambientale del progetto. Condanna inoltre il Parco a pagare 4.000 euro ai ricorrenti.

«La sentenza del Tar del Veneto - riassumono i comitati “Lasciateci Respirare” ed “E Noi?”- riconosce la piena incompatibilità del progetto con la legge del Parco. Afferma il ruolo e la rappresentatività dei comitati cittadini, accogliendo le obiezioni sollevate sin dall’inizio sulla legittimità del progetto dai comitati stessi e da alcuni sindaci, in particolare quelli dei comuni di Este e di Baone. Questa sentenza - continuano i comitati - richiama gli amministratori del Parco, del comune di Monselice e della provincia di Padova alle proprie responsabilità: con ogni mezzo consentito dalla legge, infatti, i cittadini hanno cercato di evidenziare quanto il tribunale ha sentenziato».

Segue un appello al dialogo: «Indipendentemente dagli ulteriori possibili sviluppi giudiziari, riteniamo ora quanto mai necessario che sia finalmente inaugurata la fase della concertazione fra tutte le parti interessate - auspicano i comitati - che porti nella direzione stabilita dal piano ambientale del Parco Colli. Oggi questa sentenza segna l’inizio di una pagina storica per la città di Monselice e per tutto il territorio del Parco».

Di fatto il Tar accoglie in pieno le tesi dei comitati. Il revamping non è una mera ristrutturazione. «L’autorizzazione impugnata - scrivono i giudici - si riferisce ad un nuovo impianto (...) che apre un nuovo ciclo produttivo destinato a durare 28 anni e che sostituisce un impianto in fase di dismissione». E’ quindi violato l’articolo 19 del piano ambientale. Cosa dovevano fare le amministrazioni secondo il Tar? Solo azioni di sostegno volte alla riconversione o rilocalizzazione. E «non ci sono ragioni di pubblica utilità che impongono l’allocazione di una cementeria all’interno, anziché all’esterno, del perimetro del Parco».
Annullando la delibera provinciale di via libera al revamping, il Tar ha annullato anche tutti i documenti autorizzativi che la delibera richiamava, riconoscendone l’illegittimità. Per ora invece non si conosce ancora l’esito dell’altro ricorso, quello presentato dai comuni di Este e Baone contro la convenzione tra Italcementi, comune di Monselice e Parco.
E adesso? Italcementi farà probabilmente appello al Consiglio di Stato, come aveva già preannunciato. Ma nel frattempo, il revamping è all’anno zero.

Francesca Segato
il Mattino di Padova, Martedì 10 Maggio 2011

Nessun commento: