giovedì 2 dicembre 2010

«I bambini dovevano essere tenuti in classe»


«Per non creare allarmismi, non si può giocare con la salute dei bambini». Questo, in sintesi, il contenuto della lettera aperta indirizzata da un genitore di Fumane, Paolo Groppo, al sindaco Domenico Bianchi e al preside dell'istituto comprensivo, Giovanni Viviani. «Sono il padre di due bambini che frequentano la scuola materna di Fumane», inizia la lettera. «La mattina del 20 ottobre, durante l'incendio notturno alla Kemoxide di Negarine, i bambini dell'Istituto Lorenzi sono stati portati in passeggiata e poi fatti giocare fuori anche se l'istituto era a conoscenza di quanto accaduto.
«Ero preoccupato per la vicinanza con l'incendio, per i prodotti chimici che bruciavano, e soprattutto perché i giornali riportavano che i dati sulla diffusione e tossicità della nube sarebbero stati resi noti nel tardo pomeriggio. Il preside mi ha detto che non poteva prendere precauzioni perché l'istituto dipende dal Comune, il Comune non aveva inviato segnalazioni di pericolo e quindi non si poteva creare allarmismo». Groppo recrimina sul fatto che «non siano state prese cautele nei confronti dei bambini, tenendoli dentro, e si gioca sempre allo scarica barile tra Comune, scuola ed Arpav, che aspetta di ricevere informazioni su cosa fare in ritardo, quando già l'aria è stata respirata. Per non creare allarmismi, non si può mettere a rischio la salute di bambini... Inoltre, contesto il fatto che alle ore 13 non era stato ancora consultato né il sindaco né l'Arpav», si legge nella lettera.
«Se l'assenza di pericolo non è confermata, il principio di precauzione (o quantomeno il buonsenso) vorrebbe che i bambini restassero nelle aule, come hanno fatto molte altre scuole, una semplice azione che nessuno può interpretare come allarmismo. Questo episodio mi ricorda che un caso simile si è già verificato la mattina del 5 marzo 2007, quando la Cementirossi, a causa di un problema di pressione nel forno ha utilizzato 2 camini non autorizzati, sprigionando nell'aria una nube che ha investito le scuole di Fumane. Anche in quell'occasione, molto prima dell'esito Arpav, si è pensato che non ci fosse alcun pericolo, non si devono creare inutili allarmismi. Anche in quell'occasione e sempre per lo stesso motivo i bambini furono fatti uscire per la ricreazione, in mezzo alla nube di polvere. Il comunicato Arpav del 30 marzo 2007 “stranamente” non evidenziava allarmi sanitari, ma dopo due mesi l'Arpav riconosceva un errore di interpretazione dei dati del 5 marzo, la polvere rilevata era in realtà 5 volte superiore al limite».
Il sindaco, Domenico Bianchi assicura: «Mi sono informato e sono stato invitato a non prendere alcuna iniziativa». Il preside Giovanni Viviani: «Se per ogni cosa dovessimo creare allarmismo, non sarebbe più finita. Anche le maestre, che sono mamme e nonne, in quell'occasione non si sono preoccupate. Su Fumane non c'è stato nessun allarme, bisogna comportarsi con un minimo di buon senso. Il responsabile è il Comune ed erano stati allertati i vigili, noi facciamo quello che ci dicono».

Giancarla Gallo
L'Arena 02 Dicembre 2010, provincia , pagina 28


I conti non tornano... Alle ore 14:00, quando il Sig. Groppo si reca a prendere i bambini all'asilo le maestre gli dicono di aver portato i bambini in passeggiata perché "la mattina il Preside Viviani aveva consultato l'ARPAV e che non c'era alcun pericolo".
Ma come è possibile visto che alle 13:30 lo stesso Viviani dice al Sig. Groppo di non aver chiamato ancora nessuno?


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